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Conserviamo le nostre
radici e identità

Vogliamo esaltare il fascino unico e senza tempo di un
territorio antico e in costante rinnovamento.

Giovanni

Siamo gli ambasciatori di una storia con una radice
profonda che genera frutti preziosi come il diamante

Siamo lavoratori e sognatori. Crediamo nel futuro e nella nostra terra. Abbiamo scelto di coltivare e valorizzare i frutti pregiati della Calabria, il fico e il cedro, nel posto dove siamo nati: S. Maria del Cedro. Impieghiamo la cura e le attenzioni consolidate da una lunga tradizione di famiglia. Trasformiamo la materia prima per produrre le ricette tradizionali calabresi. Il nostro unico ingrediente segreto è la passione.

Opificio Calabria è il luogo dove il nostro lavoro e i
nostri sogni si incontrano e, se si è in tre a sognare, allora
tutto diventa magia.

Giovanni Marino

 

“Occuparsi delle cedriere non è una passeggiata, c’è bisogno di un impegno costante, non possono essere lasciate a sé stesse, necessitano di essere curate, ma soprattutto protette. La loro coltivazione è un vero e proprio rituale. È quello che ho sempre fatto e non saprei pensare a nulla di diverso. Quasi tutti giorni dell’anno sono in azienda e non guardo mai l’orologio, coltivare la terra è più di un lavoro, è una missione. Mi riconduce fino alle radici più profonde, non solo da un punto di vista storico, infatti, la maggior parte dei nostri antenati erano dediti all’agricoltura, ma è soprattutto una connessione spirituale: è proprio dalla terra che riceviamo il nostro sostentamento primario e di riflesso la vita”.

Francesca Miraglia

 

“Ho sempre dato una mano nell’azienda di famiglia ma nei miei progetti c’era l’architettura. Quando è scomparso mio padre e sono rimasta con mamma e le mie sorelle, qualcosa è cambiato. Mi chiedevo cosa fare per realizzare il sogno di papà: creare un laboratorio per coltivare il cedro calabrese e i fichi.
Desideravo unire la tradizione della mia famiglia all’innovazione. Da qui, l’idea di scegliere la parola opificio, un nome storico che identifica tutta la visione della nostra azienda ma anche un simbolo che introduce al cambiamento, all’evoluzione costante del concetto di agricoltura passando per la trasformazione delle materie prime. L’immagine di Demetra e il suo mito rispecchiano il nostro rispetto profondo verso l’alternarsi delle stagioni, della terra, dei suoi frutti. Nel logo ci sono le iniziali di mio padre che, come Kore per Demetra, torna ogni volta a ricordarci di essere felici, di avere la sua forza e rendere fertile la vita”.

Marco Cirelli

 

“Pensavo che la parola “casa” non esistesse nel mio vocabolario. Ero sempre in giro per lavoro da una città all’altra, fino a stabilirmi in Cina come fisioterapista nello staff medico della nazionale di calcio. Mi sentivo un cittadino del mondo. Dopo 14 anni di viaggi scopro, invece, che esiste ed è scritta a caratteri cubitali. Sono grato alla vita per le opportunità che mi ha concesso: ho visitato molti paesi, ho conosciuto tante culture e incontrato persone che hanno creduto in me, ma il mio riconoscimento più grande l’ho ottenuto proprio qui, dove sono nato. Avere le mani occupate nella terra, stare all’aria aperta e respirare la brezza del mattino è un modo per tornare alle origini e imparare il valore dell’attesa. Tornare nella propria terra si può, io l’ho fatto. Basta solo guardarsi intorno e credere nelle proprie potenzialità.”

Il nostro unico ingrediente segreto è la passione.

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Benvenuti a
Santa Maria del Cedro,
benvenuti a casa nostra

Il borgo che profuma di cedro, di fichi e di mare, un luogo
che accolglie e regala meraviglia.

Marco

Santa Maria del Cedro

È situata nell’alto tirreno cosentino, in uno splendido tratto di territorio calabrese denominato “riviera dei cedri”. Il borgo che “profuma di mare e di cedro” è immerso tra cedriere e uliveti, abbracciato dal cristallino mar Tirreno. “Una piccola villa alla costa d’un monte alpestre e alla piena vista del mare” così Leopoldo Pagano, illustre storico calabrese, definiva il borgo originario, Cipollina, da “cipos” ossia luogo al di qua della grande città, probabilmente Laos.

Il nome è stato conservato fino al 1955, anno in cui il comune cambiò la propria denominazione in Santa Maria per la forte devozione religiosa dei suoi abitanti. Nel 1968 acquistò definitivamente l’attuale toponimo con un decreto del Presidente della Repubblica poiché forte era il legame con la coltura dell’antico agrume che, ancora oggi, riveste il territorio di verde con estese cedriere. Tutto questo fu possibile anche grazie alla lungimiranza e all’operato dell’allora parroco, Don

Francesco Gatto.
Santa Maria del Cedro ha una forte vocazione turistica. Ogni estate il centro brulica di turisti provenienti da ogni parte. Tanti sono i luoghi di interesse come il Castello di San Michele, il Carcere dell’Impresa (attuale sede del museo del cedro), il Parco Archeologico “Laos”, le Torri Normanne, la Chiesa dello Spirito Santo, di Nostra Signora del Cedro e della Donna vestita di sole.

Luoghi da visitare

Il Castello di San Michele

Lungo il fiume Abatemarco, arroccato su un’altura rocciosa, si erge il complesso medievale denominato “di San Michele” o “dell’Abatemarco”. Il complesso è costituito dai ruderi del castello medievale e dalla chiesetta di San Michele e da alcune tracce di abitazioni. Il castello, costruito intorno all’anno mille, era sede dell’ordine dei monaci basiliani che edificarono la chiesetta annessa, e rappresenta uno dei monumenti più importanti della zona. Secondo alcune fonti storiche, il feudo comprendeva anche alcune torri a guardia dell’intera area, tra cui la torre di Sant’Andrea. Intorno al feudo dell’Abatemarco, attorno al castello, nacque l’attuale centro storico di Santa
Maria del Cedro.
La piccola chiesetta, ha un’unica navata interamente dipinta, come testimoniano i due affreschi che, agli inizi degli anni 80, vennero trasferiti nella sede comunale per evitarne il deperimento.
Da qui si possono vedere i terreni delle nostre cedriere e i filari delle nostre piante di fico. È il posto giusto dove respirare bellezza.

Museo del Cedro

Il maestoso palazzo Marino è l’attuale sede del museo del cedro, nato per promuovere e valorizzare la coltivazione di questo antico agrume. La struttura era adibita ai lavori forzati per la produzione di olio e vino, per questo motivo è noto come carcere dell’impresa. In seguito, è diventato luogo di commercio dei vari prodotti coltivati, come cedro, uva, fichi secchi e panicelli.
Il cedro non è solo un frutto per i calabresi. È parte integrante della loro storia e della loro cultura. Il Museo ne è una viva testimonianza.

Laos

Laos è stata fondata dagli abitanti di Sibari che erano fuggiti dalla distruzione della loro città, avvenuta nel 510 a.C. in seguito alla guerra contro Crotone.

Sorgeva sulla riva destra del fiume Laus. I suoi resti si trovano sul colle San Bartolo, in corrispondenza dell’attuale Marcellina, frazione di Santa Maria del Cedro. È un parco archeologico di grande interesse e i numerosi reperti rinvenuti sono oggi conservati nell’antiquarium di Scalea e al museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria. Secondo alcuni studiosi, Laos era grande quanto la città di Pompei.
Laos è una passeggiata senza uguali fra la storia e la cultura del territorio.

Torri Normanne

Sul territorio di Santa Maria del Cedro sono presenti i ruderi di tre torri di avvistamento di evidente fattura normanna. Torre Longa e Torre Nocito, in località Foresta, e Torre Sant’Andrea in Via Nazionale, collegate visivamente tra loro in modo da permettere l’avvistamento degli invasori e avvisare subito la popolazione dell’imminente pericolo.
Le torri sono un autentico tuffo nella storia di S. Maria del Cedro.

Chiese

Tre sono le chiese presenti nel territorio di Santa Maria Del Cedro. La suggestiva Chiesa dello Spirito Santo, situata nel centro storico, nella piazza Don Francesco Gatto. Un piccolo monumento, ricco di arte di bellezza, adornato con splendidi dipinti e da una gradinata di pietra finemente lavorata con una facciata in stile neoclassica e l’iconico campanile. “Nostra Signora del Cedro” è la chiesa parrocchiale che fu eretta su un preesistente edificio di culto del XVIII secolo, agli inizi degli anni Settanta del secolo scorso quando il borgo
iniziava ad espandersi. All’interno della chiesa è presente la sacra icona: un’immagine della Madonna con il bambino Gesù che stringe tra le manine un cedro, frutto pregiato della nostra terra. È un mosaico realizzato dall’artista P. Angelico Zarlenga,

domenicano, il quale ha saputo cogliere in sintesi geniale e con il cuore dell’artista i sentimenti di questa nostra gente, l’ambiente agricolo di questa cittadina, i prodotti pregiati di questa terra ed il mare nostrum.

La chiesa “Donna vestita di sole” di recente costruzione. Si trova nella zona marina del comune. Anche quest’opera fu un’iniziativa fortemente voluta da Don Francesco Gatto che avanzò l’idea di una chiesa al servizio della zona di mare di Santa Maria del Cedro. Qui, infatti, mentre si consolidavano le
residenze degli abitanti locali, iniziava anche lo sviluppo dell’edilizia turistica. Alcuni cittadini donarono il proprio terreno per far costruire la chiesa. Don Francesco Gatto, devotissimo alla Maria Santissima, scelse il titolo ispirato dal primo versetto del capitolo 12 dell’Apocalisse:
“Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle”.
Religione e arte si uniscono e donano a questi luoghi una bellezza unica.

Il Mare

Il mare cristallino è uno dei tanti motivi per cui molti turisti scelgono Santa Maria del Cedro come meta per le proprie vacanze. Per il secondo anno consecutivo, al comune di Santa Maria del Cedro è stata attribuita la bandiera blu, a confermare la purezza delle nostre acque. Il lungomare “Giorgio Perlasca” è il luogo della movida, con stabilimenti balneari che offrono molti servizi sia di giorno che di sera permettendo sia a famiglie che a giovani di trascorrere le vacanze in serenità e divertimento.
Il luogo perfetto dove immergersi per giorni di puro relax e divertimento.

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