Da padre a figlio
un legame che niente potrà mai sciogliere, né il
tempo, né la distanza, né i silenzi.
Opificio Calabria è un sogno trasmesso da padre a figlio, realizzato grazie al tempo e alla cura. È un luogo dove vengono coltivati, raccolti e trasformati il cedro e il fico. Ma è anche un incontro di persone, natura, sapori.
Opificio Calabria è un viaggio fra i sapori agrodolci della Calabria più intima. È il posto dove il passato della tradizione e delle cose già sperimentate guarda all’ebrezza del futuro.
Opificio Calabria è casa. La nostra casa e di chiunque ami abbracciare la vita con i nostri stessi valori: dedizione, lavoro, famiglia.
In ogni nostro passo c’è la fierezza delle proprie origini, l’orgoglio delle proprie radici, il senso di appartenenza al proprio territorio.
Abbiamo scelto di restare e coltivare la terra.
La nostra terra, di rispettarla, seppur nelle sue contraddizioni, e amare quello che ci offre. Abbiamo deciso di partire dai frutti che ci dona e che coltiviamo con passione, dedizione, lavoro, sacrificio, cura.
In questo percorso, fatto di albe meravigliose e terreni accidentati, ci siamo ispirati a Demetra, dea dell’agricoltura e delle messi. Una leggenda lega l’alternarsi delle stagioni alla sua storia e a quella di sua figlia Kore.
Demetra, disperata per la perdita della figlia che era stata data in sposa ad Ade, dio degli inferi, decise di rendere sterile la terra. Poiché il mondo non era più fecondo, il dio degli inferi fece un accordo con Demetra: le avrebbe
restituito la figlia ogni anno, per qualche mese. Quando la figlia Kore tornava dalla madre, la terra diventava di nuovo ricca di frutti, mentre il suo ritorno nel regno dei morti sanciva l’inizio delle stagioni invernali.
Per noi di Opificio Calabria ha un senso più profondo. Anche noi abbiamo una persona che non è più con noi ma che, come Kore per Demetra, torna ogni volta a ricordarci di essere felici perché abbiamo realizzato un sogno, il suo. Abbiamo inserito le sue iniziali nel logo. Un piccolo segno che ci darà sempre la forza di continuare a rendere fertile la vita.
IN OGNI NOSTRO PASSO C’È LA FIEREZZA DELLE PROPRIE ORIGINI
Abbiamo scelto di restare e coltivare la terra. La nostra terra, di rispettarla, seppur nelle sue contraddizioni, e amare
quello che ci offre. In questo percorso, fatto di albe meravigliose e terreni accidentati, ci siamo ispirati a Demetra, dea
dell’agricoltura e delle messi.
STORIE DALL’OPIFICIO
Vi accompagneremo in un viaggio sensoriale nella terra dove si coltivano il cedro e il fico da tempi lontanissimi.
Vi regaleremo attimi che ricorderete per sempre.
IL FICO TRA VERITÀ, MITO E LEGGENDA
Il fico è una pianta dei climi sub tropicali, dal tronco corto e ramoso con foglie grandi che somigliano al palmo della mano, ruvide al tatto e con una marcata nervatura soprattutto nella parte inferiore. Produce frutti che maturano in tre diversi periodi dell’anno. A fine giugno, ingrossano i cosiddetti fioroni e si sviluppano dalle gemme dell’anno precedente. Tra agosto e settembre, maturano i fichi propriamente detti, i forniti, sono più piccoli, ma più dolci e abbondanti e si sviluppano dai rami in accrescimento. In autunno, per ultimi, spuntano i tardivi che possono non svilupparsi a causa del sopraggiungere della stagione fredda. Esistono ben 700 varietà di fichi tra verdi e neri. Il suo frutto omonimo, dalla forma a goccia, è dolcissimo, succulento e polposo, un vero scrigno di bontà. In provincia di Cosenza, si coltiva il “Dottato” con la Denominazione di Origine Protetta (DOP) “Fichi di Cosenza”. I fichi appartenenti a questa varietà devono avere una forma a goccia allungata, la buccia di colore da giallo paglierino carico a beige chiaro, la polpa con acheni piccoli, poco croccanti e poco numerosi, il sapore molto dolce, quasi mielato. Si prestano particolarmente all’essiccazione. In Calabria, i fichi essiccati si mangiano soprattutto nel periodo natalizio per celebrare la nascita del Bambino Gesù. Si narra, infatti, che Maria, Giuseppe e Il piccolo Gesù, per sfuggire alla persecuzione di Erode, si rifugiarono sotto un fico. L’albero, per nascondere la Sacra Famiglia agli occhi dei soldati del re scellerato, estese i rami e le foglie fino a creare un riparo sicuro. La Madonna, in segno di gratitudine, benedì il fico.
IL CEDRO, IL FRUTTO DELL’ALBERO PIÙ BELLO
Per il popolo ebraico, il cedro è il “Perì ‘etz adar”, il frutto più bello dell’albero nonché elemento sacro perché considerato simbolo dell’esodo. Gli Ebrei, infatti, conobbero il cedro, durante i quattro secoli di schiavitù in Egitto, da lì lo introdussero in Palestina e in tutte le regioni del Mediterraneo dove furono costretti a fuggire per le persecuzioni. Così è arrivato in Calabria. La più interessante produzione europea di cedro avviene nel lungo lembo di terra che va da Tortora a Sangineto, denominato “Riviera dei Cedri” e in particolare a Santa Maria del Cedro. Qui si concentra la coltivazione della “varietà liscia diamante” considerata, senza dubbio, la più pregiata e ricercata, i cui frutti, descritti nelle sacre scritture, sono scelti ogni anno in estate, dai rabbini di tutto il mondo per la festa del Sukkoth, che ricorda la permanenza degli ebrei nel deserto dopo la liberazione dalla schiavitù dall’Egitto. Il frutto di cedro emana un profumo inebriante. La sua scorza aromatica può essere candita e impiegata in diverse preparazioni dolciarie oppure utilizzata per il tipico liquore al cedro. La polpa è ottima per le marmellate o, tagliata a strisce sottili, in gustose insalate. Dal cedro si ricava anche l’omonimo olio essenziale che viene utilizzato per aromatizzare condimenti, biscotti, bevande, gelati e granite.
LA NOSTRA IDEA
DI ACCOGLIENZA
Quando abbiamo immaginato il futuro di Opificio Calabria, abbiamo voluto allargarne i confini, pensando ad un luogo dove coltivare e trasformare i frutti pregiati della Calabria ma anche accogliere e diffondere la buona convivialità. Partendo dalle cedriere e dal ficheto, vogliamo creare un percorso che coinvolga tutti i sensi e lasci ricordi preziosi da custodire. Il laboratorio e l’essiccatoio sono tappe fondamentali per esplorare il sapore autentico della tradizione calabrese. È qui che si realizzano le confetture di fichi e le marmellate di cedro, il liquore al cedro, le crocette, i fichi ricoperti al cioccolato. Vogliamo che la Calabria occupi un posto importante nelle tavole del mondo, perché ne ha tutte le risorse e le possibilità. Abbiamo in mente un bistrot per far assaggiare tutte le nostre ricette direttamente nell’opificio. Un posto che sia sinonimo di benessere e perfetto connubio fra tradizione e innovazione, con elementi naturali e ampi spazi di luce. Coltiviamo, inoltre, l’idea di creare un turismo esperienziale attraverso percorsi degustativi, rispettando i ritmi della natura. E, in mezzo a ficheti e cedriere, vogliamo adibire spazi dove poter fare dei pic-nic oppure piccole cerimonie con lunghe tavolate tra i filari e tante piccole luci a illuminarle. Questa è la nostra idea di accoglienza: natura, prodotti d’eccellenza e buona compagnia.
COME NASCE L’IDEA
DI “OPIFICIO”
In epoca romana, il termine “opificium” veniva comunemente usato per indicare l’opera che si compie con le proprie mani. Oggi, il termine ha assunto un significato più ampio e per opificio si intende il luogo dove si lavorano le materie prime. Fedele alla sua etimologia, “Opificio Calabria” è un luogo dove il lavoro si lega alla lunga tradizione del territorio calabrese, da secoli teatro di storia e cultura. Un nome storico, appunto, che identifica tutta la visione della nostra azienda, ma anche il simbolo che introduce al cambiamento, all’evoluzione costante del concetto di agricoltura, passando per la trasformazione delle materie prime, fino a ridefinire i confini dell’accoglienza dei nostri luoghi: cedriere, ficheto, laboratorio, essiccatoio, sala polifunzionale, bistrot. L’edificio è un perfetto connubio architettonico di tradizione e innovazione, valorizzato da scenari di luce per esaltare al meglio i materiali scelti, tutti naturali. Il legno, la pietra e l’acciaio contribuiscono a creare un impatto emotivo piacevole, che sprigiona benessere.
Il futuro ha un sapore antico
I FRUTTI BUONI NECESSITANO DI TEMPO PER MATURARE
Il ricordo più bello della mia infanzia è il periodo della raccolta. Quelle calde giornate d’estate, passate a correre libera fra le cedriere, a raccogliere un cedro di tanto in tanto che poi riponevo
accuratamente nelle grandi ceste di paglia. Allora, lo facevo per avere la mia Barbie preferita. Mio padre, infatti, mi prometteva che, se lo avessi aiutato, me l’avrebbe regalata.
Adesso che non sono più bambina e che delle Barbie e di mio padre è rimasto solo un dolce ricordo, non ho bisogno di ricevere promesse. Ho compreso da tempo quanta ricchezza
custodisce la mia terra. Ho imparato a rispettarla e ad aspettarla perché ci vuole del tempo per far maturare il frutto del nostro lavoro.
So che molte cose della mia vita non potrò più riaverle, come la gaia innocenza di ricevere un regalo dal mio papà, ma ce ne sono tante altre che vorrei. Continuare a coltivare la nostra terra,
per esempio, insieme alla mia famiglia, mangiando tutti insieme e raccontando storie di quando nel nostro paese tutti si ritrovavano per la raccolta.
Ora che di promesse non ne ricevo più, so di voler promettere io una cosa: che questa tradizione che fa così grande la nostra Calabria non andrà mai persa.
A mio padre. Al suo sogno.
Francesca
Opificio Calabria
È il posto dove il passato della tradizione e delle cose
già sperimentate guarda all’ebrezza del futuro.
Coltiviamo, raccogliamo e trasformiamo i frutti più pregiati per portare un pò di Calabria nelle vostre case. I nostri prodotti sono
un insieme irresistibile di profumi e sapori, capaci di evocare, ad ogni assaggio, immagini, odori, suoni e forme della nostra terra.